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30.05.2016

Caro rifiuti: più costi, ma servizi insufficienti

Caro rifiuti: più costi, ma servizi insufficienti. Roma peggior capitale d'Europa

Rapporto Confartigianato: negli ultimi cinque anni è sceso il numero di scarti prodotto, ma le tariffe sono lievitate del 22,7% a una media di quasi 170 euro a testa. Lazio e Liguria le regioni più care, nel Molise i prezzi inferiori. Verona la città più efficiente. Lunedì sciopero degli addetti

di RAFFAELE RICCIARDI

Produciamo meno rifiuti ma paghiamo di più per la loro gestione. Ci dichiariamo insoddisfatti, eppure la risposta che arriva dagli enti locali e dalle società che si occupano di smaltimento è un incremento delle tariffe. Il meccanismo messo in evidenza da un rapporto della Confartigianato è vizioso: i dati dicono di una diminuzione del 10,1% dei rifiuti prodotti negli ultimi cinque anni, "eppure le tariffe di raccolta continuano a galoppare, lievitate del 22,7% dal 2011", denunciano gli artigiani. Una presa di posizione che arriva proprio alla vigilia dello sciopero dei lavoratori dell'igiene ambientale, circa 100.000 su tutto il territorio nazionale, che incrociano le braccia a sostegno del rinnovo del contratto, scaduto da due anni e mezzo: Fp Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti e Fiadel chiedono un aumento per il triennio 2016-18 di 100 euro.

Ma tornando al rapporto degli artigiani, lo scollamento tra costi e prestazioni è evidente nei numeri: l'igiene urbana è costata alle tasche di famiglie e imprenditori italiani nel 2014 in media 167,80 euro a testa, in totale 10,2 miliardi. Eppure, se si guarda al livello di soddisfazione registrato nel Vecchio continente, gli italiani sono all'ultimo posto. I rincari dell'ultimo quinquennio battono poi nettamente l'inflazione (di 15 punti percentuali) e la media degli aggravi sulle tariffe nell'Eurozona (di 9,6 punti).

Il rapporto mette in fila le Regioni più care: nel Lazio (Roma compresa) si arriva a un costo di 220,3 euro per abitante. Seguono Liguria con 212,7 euro, poi Toscana con 210,3 euro, Campania (196,7), Sardegna (192,1), e Umbria con 182,2 euro. Va decisamente meglio agli abitanti del Molise, dove i cittadini pagano 116,2 pro capite, seguiti nella classifica dei virtuosi dal Trentino Alto Adige (130,6 euro) e quindi dal Friuli Venezia Giulia con 130,7 euro per abitante.

La fotografia di Confartigianato unisce al danno, la beffa. Infatti, sembra ci sia un legame perverso tra il costo delle tasse sui rifiuti e la qualità percepita del servizio. E la Capitale italiana lo esemplifica al meglio: "Roma detiene il primato negativo dei costi più alti per l'igiene urbana e della maggiore insoddisfazione dei cittadini per questo servizio. La raccolta di immondizia costa agli abitanti della Capitale 249,9 euro pro capite, il 50,9% in più rispetto alla media nazionale ed il 9,5% in più rispetto ai 225,15 euro rilevati nel 2010". Eppure, "solo il 9% dei cittadini romani è soddisfatto per la pulizia della capitale. Tra il 2011 e il 2015 la soddisfazione è calata del 17,7% e nel dettaglio, soltanto un quinto degli abitanti della capitale apprezza igiene e decoro dei cassonetti (22,6%), pulizia delle aree intorno ai cassonetti (21,7%) e pulizia nella propria zona (21,3%). In Italia soltanto Palermo batte Roma, con appena il 7% dei cittadini soddisfatti per l'igiene urbana". I risultati migliori della Penisola si trovano invece a Verona, Bologna e Torino.

Sconfortante il paragone tra le capitali europee. I cittadini che apprezzano maggiormente il servizio di smaltimento dei rifiuti dimorano in Lussemburgo, con un gradimento che sfiora il livello massimo (95 su 100).