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21.05.2019

Spiagge italiane invase dalla plastica

da Il Corriere della Sera del 21 maggio 2019

Tappi, bicchieri e relitti: sulle spiagge italiane dieci rifiuti ogni metro

L’indagine di Legambiente sui 93 arenili: 968 rifiuti ogni 100 metri lineari. Il 81% dei rifiuti è rappresentato dalla plastica. Ma la mole di spazzatura emersa rappresenta solo il 15 % di quello che effettivamente entra nell’ecosistema marino.

Per ogni passo che facciamo sulle nostre spiagge incrociamo più di cinque rifiuti, e a farla da padrona è sempre la plastica, dai tappi delle bottiglie alle stoviglie monouso. C’è anche tanto polistirolo e sono ancora troppi i bastoncini cotonati per la pulizia delle orecchie. Lo ha riscontrato Legambiente monitorando 93 spiagge, per un totale di circa 400mila metri quadrati, quasi come 60 campi di calcio. Il risultato totale è stato di 968 rifiuti ogni 100 metri lineari, 90.049 i rifiuti censiti in totale. Nell’indagine «Beach Litter 2019» presentata dall’associazione ambientalista sulla spiaggia di Coccia di Morto a Fiumicino, vicino Roma, è stato riscontrato che l’81% dei rifiuti è rappresentato dalla plastica, «ma ad invadere i nostri litorali c’è ormai di tutto: oggetti di ogni forma, materiale, dimensione, colore».

I rifiuti in spiaggia e sulla superficie del mare sono il 15% di quelli che entrano nell’ecosistema marino, la restante parte galleggia o affonda. E se lungo il litorale che affaccia sul Tirreno oltre la metà dei rifiuti (il 53%) è rappresentato da mozziconi di sigaretta, sui lidi che danno sull’Adriatico la classifica è guidata da frammenti di plastica e polistirolo, ma entrano tra i primi cinque rifiuti più trovati anche le calze per la coltivazione dei mitili, diffusi pure sulle spiagge dello Ionio. In Sicilia e Sardegna prevalgono, invece, i bastoncini di ovatta, ormai banditi in Italia dal primo gennaio scorso e «simbolo per eccellenza di mala depurazione e della cattiva abitudine di buttarli nel wc», rileva Legambiente. Alcuni tratti delle nostre coste sembrano vere e proprie discariche, con scarti da costruzione abbandonati (sono stati trovati oltre quattromila rifiuti legati a sversamenti illegali in piena spiaggia, dalle mattonelle ai calcinacci). La plastica usa e getta è dunque fra i principali nemici dell’ambiente: ogni 100 metri di spiaggia si trovano 34 stoviglie (piatti, bicchieri, posate e cannucce) e 45 bottiglie. Di queste ultime, compresi tappi e anelli, Legambiente ne ha censiti oltre 10mila, è la tipologia più trovata in assoluto. La recente direttiva europea sul monouso di plastica, ricorda l’ong, prende in esame proprio i tipi di rifiuti più diffusi sulle spiagge dell’Ue per imporre agli Stati membri entro il 2021 misure di prevenzione.

«La leadership normativa dimostrata dal nostro Paese, seppur apprezzabile non basta - osserva Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - Siamo stati fra i primi paesi in Europa a mettere al bando gli shopper in plastica, e abbiamo anticipato la direttiva europea per i cotton fioc di plastica e le microplastiche nei prodotti cosmetici. Ora dobbiamo recepire al più presto la nuova Direttiva europea con obiettivi e target di riduzione ancora più ambiziosi» coinvolgendo governi nazionale e locali, industria e consumatori per diminuire la pressione che l’uomo esercita su mari, oceani e i suoi abitanti. I dati dell’indagine sono stati resi noti nel corso dell’anteprima di Spiagge e Fondali Puliti - Clean Up The Med, la campagna di Legambiente che vedrà nel prossimo week-end migliaia di volontari in azione in oltre 250 località, in Italia e nel Mediterraneo, per ripulire i nostri litorali dai rifiuti.