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16.10.2018

Al via la rivoluzione sui rifiuti

Da Italia Oggi7

15 ottobre 2018

a cura di Vincenzo Dragani

Partito il recepimento del Pacchetto economia circolare con eco-novità a 360 gradi

Al via la rivoluzione sui rifiuti

All' orizzonte semplificazioni e superamento del Sistri

Semplificazione delle norme sulla cessazione della qualifica di rifiuto e completa digitalizzazione delle tradizionali scritture ambientali. Stretta sull' ammissibilità dei rifiuti in discarica, alleggerimento delle regole per il recupero dei veicoli a fine vita e armonizzazione delle regole su pile a fine vita e Raee. Con queste ambiziose e peculiari finalità è partito lo scorso 26 settembre 2018 l' iter parlamentare per il recepimento del «pacchetto economia circolare», l' insieme delle direttive Ue in materia di rifiuti (la 2018/851/Ue), discariche (2018/850/Ue), accumulatori ed apparecchiature elettroniche a fine vita (2018/849/Ue), imballaggi (2018/852/Ue) in vigore dal giugno 2018 e da tradurre sul piano nazionale entro il luglio 2020. Le novità sono previste in forma di principi e criteri direttivi nel rituale disegno di legge con cui il governo ha chiesto al parlamento la delega per l' adeguamento dell' ordinamento interno agli ultimi atti Ue, tra cui i citati quattro freschi provvedimenti che spingendo su prevenzione della produzione di residui e recupero di quelli generati mirano ad una economia virtualmente priva di rifiuti (si veda ItaliaOggi Sette del 4/6/2018).

Informatizzazione tracciamento tradizionale rifiuti. La «Delegazione Ue 2018» dalla citata data all' esame della camera dei deputati prevede la realizzazione di un sistema che (anche) attraverso un Registro elettronico nazionale consenta ad enti e imprese produttori e gestori professionali di rifiuti: trasmissione dati quali-quantitativi su residui e materiali di recupero; tenuta in formato digitale dei registri di carico/scarico e formulari trasporto nonché relativa trasmissione dei dati; acquisizione delle informazioni sulle autorizzazioni alla gestione. Ad oggi il sistema di tracciabilità dei rifiuti, lo ricordiamo, ruota infatti sostanzialmente ancora intorno al tradizione trio costituito dai citati registri/formulario e dichiarazione annuale Mud. Il termine iniziale di piena operatività del sistema candidato a sostituirlo, il Sistri, è da anni oggetto di rinvii e un ulteriore slittamento (funzionale al suo superamento) è atteso anche per l' ultima data ad oggi fissata (ex Dl 101/2013 e successive modifiche) nella più vicina scadenza tra quella del subentro del nuovo gestore del Servizio ed il 1° gennaio 2019. Nelle more del Sistri, la legge 205/2017 aveva tuttavia già tentato di digitalizzare le scritture tradizionali, stabilendo tramite l' articolo 194-bis del Codice ambientale che «In attuazione delle disposizioni del Codice dell' amministrazione digitale () gli adempimenti relativi alle modalità di compilazione e tenuta del registro di carico e scarico e del formulario di trasporto dei rifiuti () possono essere effettuati in formato digitale»; ciò aggiungendo che il Minambiente «può () predisporre il formato digitale degli adempimenti» ed ancora che «è consentita la trasmissione della quarta copia del formulario di trasporto dei rifiuti () anche mediante posta elettronica certificata». Ad oggi la persistente mancata adozione del citato «formato digitale degli adempimenti» non consentono però una completa «compilazione e tenuta» dematerializzate di registri e formulari.

Disciplina «end of waste». In pista anche la riforma delle regole sulla cessazione della qualifica di rifiuto, che dovrà avvenire, come emerge dall' atto in corso di approvazione, definendo criteri generali «eow» al fine di semplificare le procedure di definizione dei criteri nazionali e armonizzare, invece, sull' intero territorio dello Stato l' adozione di regole «caso per caso». La delega appare modulata sulla riformulata gerarchia delle competenze in materia stabilita dalla neo direttiva sui rifiuti, che pone al centro dei processi decisori Stati membri. In base alla direttiva 2018/851/Ue (di modifica della 2008/98/Ce) infatti: l' Ue può elaborare criteri tecnici «eow» per singole categorie di rifiuti solo ove ritenga necessario per garantirne l' uniformità a livello unionale; ove non siano presenti detti criteri Ue, sono gli Stati membri a poter adottare norme tecniche per la cessazione della qualifica di «determinati tipi di rifiuti»; infine, ove non sussistano detti due livelli di norme, gli Stati membri possono decidere «caso per caso» () nel rispetto delle condizioni base della direttiva. Tale ultima disposizione appare legittimare l' adozione di criteri «caso per caso» da parte di enti pubblici sub-nazionali, come quelli titolare dei poteri autorizzativi, laddove invece in base ad una lettura dell' attuale dlgs 152/2006 tale possibilità è stata esclusa dalla magistratura amministrativa (si veda la sentenza Consiglio di Stato 1229/2018).

Classificazione rifiuti. Con l' adeguamento all' Ue arriverà anche il riordino dell' elenco dei rifiuti e delle loro caratteristiche di pericolo, provvedendo all' allineamento dei testi normativi nazionali al regolamento Ue n. 1357/2014 e alla decisione 2014/955/Ue. La delega appare aprire la strada all' aggiornamento del dlgs 152/2006, i cui allegati «D» (elenco europeo dei rifiuti) ed «I» (caratteristiche di pericolo dei rifiuti) alla Parte IV ancora non sono stati adeguati agli ultimi citati provvedimenti Ue «self executing» direttamente applicabili negli Stati membri a partire dal 1° giugno 2015.

Discariche. Il ddl governativo prevede l' adeguamento al progresso tecnologico delle norme su realizzazione e chiusura delle discariche, così come la riforma del sistema dei criteri di ammissibilità dei rifiuti nelle stesse. Sotto quest' ultimo profilo i principi appaiono diretto effetto di quanto previsto dalla citata neo direttiva 2018/850/Ue (di modifica della 1999/31/Ce, tradotta sul piano nazionale con il dlgs 36/2003) che chiude le porte delle discariche: ai rifiuti provenienti da raccolta differenziata, ad eccezione degli scarti di operazioni di recupero per i quali non si profili migliore alternativa ambientale; entro il 2030, a tutti i rifiuti idonei al recupero; entro il 2035, al 90% dei rifiuti urbani.

Veicoli fuori uso. I principi per l' attuazione della neo direttiva 2018/849/Ue impongono (attraverso la riforma del dlgs 209/2003, attuativo della precedente 2000/53/Ce) una semplificazione per il riutilizzo delle parti dei veicoli fuori uso utilizzabili come ricambi, l' introduzione di sistemi di tracciabilità dei veicoli (per arginare l' abbandono di quelli di provenienza ignota), l' incentivazione del recupero energetico.

Pile. Prevista dal ddl in parola l' armonizzazione della gestione di pile ed accumulatori esausti con l' analoga filiera dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (cd. Raee). E ciò in quanto, si evince nella relazione illustrativa del ddl, il bacino degli operatori economici interessati è sostanzialmente lo stesso. Il tutto, ad avviso dello scrivente, lasciando preludere semplificazioni per gli stessi soggetti, considerando che molteplici sono anche i punti tecnici di contatto tra la disciplina sulle pile ex dlgs 188/2008 e quella sui Raee ex dlgs 49/2014, come: responsabilità estesa dei produttori dei beni (cui grava l' obbligo di iscrizione in registi e finanziamento di raccolta e recupero di quelli a fine vita); coinvolgimento dei distributori (onerati di ritiro pile e apparecchiature conferite dall' Utenza secondo precise regole di tracciamento e stoccaggio).

Raee. La «Delegazione europea 2018» prevede altresì la modifica delle regole sui tecno-rifiuti per far spazio a promozione e semplificazione del riutilizzo delle apparecchiature (c.d. Aee). La delega promette di incidere dunque sul citato dlgs 49/2014 (attuativo della direttiva 2012/19/Ue, ora modificata dalla direttiva 2018/849/Ue), con un effetto moltiplicatore sulla filiera di settore in virtù dell' entrata in vigore lo scorso 15 agosto 2018 del «catalogo aperto» dei Raee, che ha ampliato il novero delle apparecchiature sottoposte alla severa disciplina sulla gestione a fine vita.